domenica 2 novembre 2014

I morti nei sogni



Ho sempre pensato che sognare i morti fosse un segno importante e non banalmente trascurabile della nostra esistenza.
Dai sogni alla vita, l'esperienza onirica con i nostri antenati, rappresenta sempre una conferma a ciò che stiamo facendo, un avvertimento per qualcosa di pericoloso che stiamo andando a svolgere, una guida per un avvertimento futuro o una crescita spirituale ecc... Soprattutto ho sempre pensato che anche l'interpretazione di un sogno con delle persone defunte vada effettuato seguendo anche un criterio strettamente personale e affettivo, soprattutto prendendo in considerazione il legame che vi era in vita con la persona morta o cosa potrebbe rappresentare nel determinato momento in cui si sogna questo o quell'antenato passato a miglior vita.
In questo libro "I miti di creazione" della Von Franz ho trovato questo pezzo importantissimo sul significato numinoso dei sogni con i nostri cari defunti che spero possa essere utile a tante persone.
Nell'AniMo Antico

Secondo le credenze di svariate azioni, il carattere di una persona subisce una trasformazione dopo la morte.
Perciò un padre, una zia, una madre, un membro della famiglia che sia morto non torna a visitare i vivi semplicemente nella forma che aveva in vita, ma cambia a poco a poco carattere, diventando una figura più potente, numinosa.
Nel nostro linguaggio psicologico diremmo che, nel sistema psichico del figlio, il padre morto si avvicina a poco a poco all'archetipo paterno.
(il morto non viene semplicemente a trovarci per un "saluto" ma porta con sé un significato molto più importante a volte profetico o protettivo)
Il legame relazionale con la persona morta si affievolisce, il ricordo della sua individualità si offusca, sostituito, nell'esperienza interiore del figlio, da un archetipo paterno protettivo oppure negativo.
Certi filosofi neoplatonici avevano una concezione identica. Asserivano che dopo la morte le anime si fondono con dei numina, esseri divini.
Apuleio ispirandosi a Plutarco, sosteneva che le persone che durante la vita avevano coltivato la propria psiche attraverso la meditazione, gli esercizi religiosi e una vita giusta, hanno un numen particolarmente potente dopo la morte e sopravvivono in questa forma.
Le anime ancestrali si fondono con quella che noi denominiamo figure archetipiche.
Secondo certi biologi questo fenomeno si ricollega a combinazioni genetiche.
Ciascuno dei nostri modelli di comportamento archetipici individuali è composto da diversi frammenti ancestrali che si combinano per formare un nuovo modello (come nella genetica).
Vi sarebbe dunque in questi modelli psichici un reale elemento di ereditarietà e di continuità che giustificherebbe l'importanza attribuita da miti alle genealogie ancestrali primitive.
Sognare i morti in determinati momenti della nostra vita trasmette un senso potente di certezza, di determinazione e di coraggio: ci si sente sorretti da tutta la forza del passato, si è capaci di affrontare rischi che normalmente non si avrebbe il coraggio di correre.
Ecco perché ogniqualvolta i primitivi devono prendere una decisione importante, per prima cosa eseguono una danza rituale durante la quale si identificano con i loro antenati, ciò dona loro la forza di affrontare una tappa difficile della vita.
In molte comunità contadine la gente crede ancora che i morti vaghino per la campagna, benedicendo o visitando certe persone dotate di preveggenza, che sono in grado di vederli e parlare con loro.
Queste credenze sono ancora ben radicate nella nostra società; la gente non ne parla spesso perché ha bisogno di avere sufficiente confidenza con l'interlocutore.
Quando queste convinzioni scompaiono dalla coscienza, riemergono nei sogni.
Attraverso il rapporto con gli antenati l'essere umano manifesta il suo bisogno di sentirsi collegato con le forze cosmiche, o divine, siano esse di luci o d'ombra.
Tratto da "I miti di creazione" di Marie-Louise von Franz
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4 commenti:

  1. Nei sogni si va all’essenza dell’animo umano e appare evidente che molte convinzioni non sono altro che un vestito che indossiamo per distinguerci gli uni dagli altri. Tempo fa mi è capitato di sognare una signora molto più grande di me che parlava della sua solitudine di moglie. Durante il giorno pensai spesso a questo sogno e ricordo che mi vennero alla mente storie di altre donne con i suoi ideali che pure lamentavano le assenze e una serie di circostanze che in teoria non dovrebbero stare strette ad una moglie che si sente innanzitutto compagna di suo marito. Alla fine l’essere umano è meno complicato di quello che potrebbe sembrare… la mia fortuna è quella di non essere una persona che vive l’impegno in maniera diversa dal sacrificio.

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    1. I sogni sono l'espressione dell'anima... nei sogni il nostro ego non ha potere... vediamo ciò che la nostra anima ha bisogno di mostrarci

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    2. I sogni sono l'espressione dell'anima... nei sogni il nostro ego non ha potere... vediamo ciò che la nostra anima ha bisogno di mostrarci

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  2. Grazie per il tuo commento...sai, ci si può sentire tremendamente soli pur avendo un uomo accanto, una famiglia... la solitudine e il disagio è solo uno stato interiore personale... molte donne cercano di colmarlo sposandosi e avendo figli ma in realtà quello di cui parlo non si colma così...
    Vivere il proprio impegno non come sacrificio è indice di equilibrio... perché nella vita dobbiamo indossare la maschera del vittime? In fondo nel teatro chiamato vita ci sono molte interpretazioni che possiamo fare...perché siamo noi i protagonisti principali....

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