venerdì 13 giugno 2014

"Casa"

Dov'è casa? In un certo senso è un posto interiore, un posto nel tempo piuttosto che nello spazio, dove la donna si sente integra. La casa è là dove un pensiero o una sensazione possono svilupparsi invece di essere interrotti o di esserci strappati perché altro richiede la nostra attenzione o il nostro tempo.
È giusto e sacrosanto che le donne lavorino, liberino, prendano, facciano, tollerino per ottenere, asseriscano il loro diritto di tornare a casa.
Casa è un umore i un senso sostenuto che ci consente di esprimere sensazioni non necessariamente assecondate nel mondo profano: meraviglia, visione, pace, libertà dalle preoccupazioni, libertà dalle richieste, libertà dal continuo ciarlare.
Tutti questi tesori di casa vanno nascosti nella psiche per essere poi usati nel mondo di sopra.
Molti sono i posti reali in cui andare per "sentire" il ritorno a questa speciale casa.
Il posto fisico è soltanto il veicolo che culla l'Io affinché si addormenti, così potremmo percorrere il resto del cammino: musica, arte, bosco, spuma dell'oceano, levarsi del sole, solitudine.
Ci portano a casa in un mondo interiore nutritivo che ha idee, ordine, mezzi di sostentamento tutti suoi.
Per alcune, casa è la ripresa di un'antica impresa abbandonata.
Ricercano le persone e le cose perdute nella vita. Ritrovano la voce e scrivono. Fanno cose che lasciano un'impronta.
Per alcune casa è un bosco, un deserto, un mare. In verità la casa è olografa. Si realizza in tutta la sua potenza anche in un solo albero, in un cactus,...
in una pozza d'acqua, nella foglia gialla caduta sull'asfalto,.... in una goccia d'acqua sulla pelle. Se vi concentrerete con gli occhi dell'anima, vedrete la casa in moltissimi posti.
Casa è l'antica vita istintuale che si muove agevolmente, dove tutto è come dovrebbe essere, dove tutti i rumori hanno il suono giusto, e la luce è buona, e gli odori ci calmano invece che metterci in allarme.
Essenziale è ciò che rinvigorisce l'equilibrio. Quella è Casa.
C'è non soltanto il tempo della contemplazione, ma anche quello dell'apprendimento, della riscoperta del dimenticato, del caduto in disuso, del sepolto.
Allora possiamo immaginare il futuro è leggere attentamente anche le mappe segnate dalle cicatrici della psiche, scoprendo che cosa ci ha portato dove, e la direzione verso cui andare.
Tratto e adattato da "Donne che corrono coi lupi" C.P.Estes

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