giovedì 16 gennaio 2014

Simbologia del Giano

Charbonneau-Lassay scriveva: "Sui monumenti romani Giano si mostra con la corona in testa e lo scettro nella mano destra, perchè è re, tiene con l'altra mano mano una chiave che apre e chiude le epoche, per questo, per estensione di concetto i romani gli consacravano le porte delle città e delle case... Anche Cristo come l'antico Giano, porta lo scettro regale cui ha diritto in nome del Padre Celeste dei suoi antenati di quaggiù e con l'altra mano tiene la chiave dei segreti eterna, la chiave tinta del suo sangue che aprì all'umanità perduta la porta della vita.
Per questo nella quarta grande antifona prima di Natale, la liturgia sacra lo acclama così: 'O Clavis David, et Sceptrum domus Israel!... Tu sei, o Cristo atteso, la Chiave di David e lo Scettro della casa d'Israele. Tu apri, e nessuno può chiudere; e quando chiudi nessuno può aprire'..."
L'interpretazione più comune dei due volti del Giano vede in essi la rappresentazione del passato e del futuro, interpretazione incompleta ma comunque esatta in quanto i due volti sono quelli di un uomo anziano e uno giovane.
                                         Giano romano

Bisogna anche ammettere un'altra interpretazione in particolare dell'emblema di Luchon, in cui si ha il Giano androgino, o Janus-Jana e notiamo la similitudine di questo simbolo con quello del Rebis ermetico, la differenza sta nel fatto che questi simboli sono generalmente Sol-Luna, sotto varie forme, mentre sembra che Janus-Jana sia piuttosto Lunus-Luna, essendo la sua testa sormontata dalla mezzaluna.
                      Due immagini del Rebis

Se consideriamo il simbolismo del Giano riferito al tempo notiamo che manca il volto del presente, il vero volto di Giano è quello che guarda il presente ma è invisibile, e questo perchè il presente nella manifestazione temporale non è che un istante inafferrabile (in certe lingue come l'ebraico e l'arabo non hanno il tempo verbale presente), ma innalzandoci al di sopra di questa condizione transitoria notiamo che il presente contiene ogni realtà:
questo aspetto importante riguardante il volto del presente, simbolicamente, corrisponde al simbolo del Terzo Occhio, che troviamo nella tradizione Indù e precisamente rappresentato dall'Occhio di Shiva anch'esso invisibile perchè non corrisponde realmente a nessun organo (si ipotizza che corrisponda anatomicamente alla ghiandola pineale ma in realtà è l'uomo che vuole sempre trovare un'associazione pragmatica a tutti i misteri, io credo che l'associazione unica sia quella del 6° chakra [associato ancora una volta alla ghiandola pineale], il Terzo Occhio secondo me non va ricercato nella materia ma nell'energia che è invisibile e intangibile per i nostri 5 sensi).
Giano rappresenta il Signore del Triplice Tempo (designazione applicata anche per Shiva nella dottrina Indù in cui il triplice tempo è simboleggiato tra l'altro dal Tridente), ma anche e soprattutto denominato come Signore dell'Eternità (alcune immagini lo rappresentano con il simbolo dell'infinito sopra la testa).
Il Giano è una delle immagini di Cristo, proclamato l'inizio e la fine di tutte le cose, l'Alpha e l'Omega e in principio era il Verbo ed è proprio il Verbo Eterno che i testi biblici designano spesso come l'Antico dei Giorni,  il Padre delle ere o dei cicli d'esistenza.
Nelle sue rappresentazioni il Giano possiede due simboli lo scettro(o una corona) e la chiave, il primo rappresenta l'emblema del potere temporale o regale, e l'altro quello spirituale e la corona sulla testa e chiaro riferimento all'elevazione in senso generale ai due poteri.
Generalmente nelle rappresentazioni del Giano lo scettro è a sinistra dalla parte del volto maschile o barbuto e la chiave a destra quindi al lato del volto femminile o sbarbato.
Secondo la Cabala alla destra e alla sinistra corrispondono rispettivamente due attributi divini:
 la Misericordia (Hesed) e la Giustizia (Din), stesse attribuzioni alle due estremità dell'Albero Sefirotico (che rappresenta l'insieme degli attributi divini) e nel mezzo troviamo il ramo della Corona che domina queste due colonne della Misericordia e della Giustizia, attribuzioni date anche al Cristo in special modo quando lo si considera nella sua funzione di Giudice dei vivi e dei morti.
Gli arabi nella distinzione degli attributi divini mettono nelle stesse posizioni della Misericordia e Giustizia, rispettivamente la Bellezza(Djemàl) e la Maestà (Djelàl) rispettivamente rappresentati dal volto di donna e di uomo.
Da notare i simboli cristici  di questa rappresentazione del Giano

L'emblema del Giano può venire rappresentato con una chiave, questo raffigurazione rende ancora più chiaro il significato principale del Giano, quello dei due poteri che provengono dal principio unico;
ricordiamo che secondo la tradizione giudaico-cristiana questi poteri, sacerdotale e regale sono riuniti nella figura di Melchisedec il quale è come dice san Paolo "fatto simile al Figlio di Dio".
Il Giano viene raffigurato anche con due chiavi esse rappresentano le chiavi delle porte solstiziali, Janua Colei e Janua Inferni, che corrispondono rispettivamente al solstizio d'estate e a quello d'inverno, cioè ai due punti estremi della corsa del Sole nel ciclo annuale, il Giano Signore dei tempi che apre e chiude questo ciclo (secondo Cicerone il nome Giano si collega al verbo ire "andare", in sanscrito lo stesso termine e i suoi derivati corrispondono alla parola yàna "via", ricordiamo le parole di Cristo "Io sono la Via", e nella tradizione estremo-orientale uno il significato del Tao è Via ed è la designazione del Principio Supremo, il simbolo è rappresentato da due parti racchiuse in una.
Questo fa pensare a quanto le somiglianze di simboli sacri provenienti dalle parti del mondo più disparate siano date da radici profonde da cui ogni popolo ha attinto nella creazione della propria simbologia.
Più notoriamente Giano viene considerato il Dio dell'Iniziazione e le sue chiavi una d'oro e l'altra d'argento, erano rispettivamente quelle dei grandi misteri e dei piccoli misteri, del Paradiso Celeste e Paradiso Terrestre, queste chiavi erano attribuite al sovrano pontificato al quale veniva attribuita la funzione di 'ierofante'  (Lo Ierofante (in greco antico ἱεροϕάντης) è nella cultura religiosa greca la guida del culto misterico di Eleusi e il sacerdote più importante dell'Attica Wikipedia) e così anche la barca che poteva andare in entrambi i lati era un simbolo del Giano; questi due simboli sono rimasti i principali emblemi del papato.
I pitagorici rappresentano le due porte solstiziali, legate al simbolo del Giano, con la lettera Y anche qui vediamo la dualità che si riunisce nell'Uno, altra  forma exoterica per rappresentarlo è dato dal mito di Ercole diviso tra virtù e vizio (aggiungerei anche il simbolo delle due colonne).

Troviamo nella tradizione indù le due vie; 'Via degli dei' (Deva-yana) e 'Via degli antenati' (Piri-yana) e Ganesha che è il Signore della Conoscenza che è equivalente in alcuni aspetti a Giano.
Ribadisco quanto i simboli sacri siano attinti da radici profonde e come le varie tradizioni hanno un filo comune che dà loro una valenza universale.


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